ritratto di Piero Tucceri
Pubblicato da Piero Tucceri il Gio, 14/06/2012 - 15:07
Dall'inizio del 2012, si sono verificati in Italia più di 600 eventi tellurici, molti dei quali hanno interessato il nord del Paese.
Il terremoto che in questi giorni sta flagellando l'Emilia, potrebbe non dipendere dal solo ricorso di fenomeni naturali, e configurarsi nell'ambito del cosiddetto “Progetto Fracking”. Non a caso, l'area geografica di riferimento, è la stessa nella quale la compagnia texana “Shale gas” procede ormai da anni alla regolare trivellazione del suolo per l'estrazione di gas: sembra infatti che, almeno da nove anni, siano stati approntati ben otto pozzi attivi nella zona compresa fra Modena e Ferrara, i quali potrebbero aver modificato l'assetto geologico del territorio.
Il “fracking” è una metodica estrattiva messa a punto dal gruppo Halliburton, di proprietà di Dick Cheney, petroliere ed ex vice presidente americano, per l'estrazione del gas dalla roccia porosa, la quale è una struttura permeabile costituita da microcavità suscettibili di essere attraversate dall'acqua e da altri fluidi. Attraverso questa operazione di “fratturazione idraulica”, si sfrutta la pressione di un fluido per creare e propagare la frattura di uno strato roccioso, nell'intento di recuperare il petrolio o il gas contenuto nel giacimento. I “pozzi di reiniezione”, di conseguenza prodotti, hanno una profondità media di tre chilometri. In essi vengono stipate le acque tossiche prodotte dal “frackling”. Capita così che talvolta queste acque e i gas con esse sprigionatisi, infiltrino le falde acquifere per poi uscire dai rubinetti delle nostre case.
Steve Horton, sismologo dell'Università di Memphis, ritiene, come riporta anche il sito “No all'Italia Petrolizzata”, che il 90% dei terremoti verificatisi dal 2009 a oggi, si siano prodotti nel raggio di 6 Km dai pozzi dismessi dopo queste ricerche e ridotti a contenitori delle acque reflue, sature di sostanze tossiche, previamente iniettate nel suolo ad alta pressione.
Giova ricordare in proposito che le trivellazioni del “Programma Fracking” furono a suo tempo autorizzate dal Ministro Paolo Romani, e che attualmente lo sono dal Ministero dello Sviluppo Economico, il cui sottosegretario Stefano Saglia ha dichiarato che lo “Shale gas” costituisca “una nuova strada per l'approvvigionamento energetico in un momento particolarmente delicato a livello globale”.
A rendere ancora più preoccupante la situazione, interviene la notizia secondo la quale il governo italiano avrebbe addirittura imposto il “segreto di Stato” sul terremoto di nove gradi di intensità della scala Mercalli che il 13 dicembre del 1990 interessò Santa Lucia, nei pressi di Augusta, in Sicilia. Appare a dir poco emblematica al riguardo la dichiarazione rilasciata dal senatore Michele Forte, secondo il quale, nella fattispecie, si tratterebbe niente meno che di un “terremoto inventato”.
Come mai il governo non ha nulla da dire sui siti di reiniezione e sulle pressioni da essi esercitate sulle limitrofe faglie, tenuto conto del fatto che alcuni di essi (Mirandola, Spilamberto e Minerbio) siano prossimi all'epicentro del terremoto, e dal momento che negli USA, stando a quanto riferito dall'USGS, i siti di reiniezione ad alta pressione abbiano sicuramente indotto terremoti?
Uno studio commissionato dai petrolieri della Sclumberger, e condotto da scienziati russi, rileva che le trivellazioni abbiano scatenato terremoti del 7° della scala Richter in alcune zone desertiche dell'Uzbekistan. Ecco infatti cosa scrivono in proposito V. Adushkin, V. Rodionov, S. Turuntaev, dell’Istituto della Dinamica della Geosfera della Accademia Russa di Scienza: "Few will deny that there is a relationship between hydrocarbon recovery and seismic activity, but exactly how strong a relationship exists has yet to be determined. They caution that in regions where tectonic activity is already high, extracting oil and natural gas could trigger strong quakes".
Inoltre, nel 2006, M. Haring, trivellando alcune aree svizzere segnatamente alla realizzazione di un pozzo geotermico, ha provocato uno sciame sismico di 30 terremoti con un massimo di 3,4 della scala Richter.
Questo è l'elenco delle ditte effettuanti le trivellazioni nelle zone terremotate:
ENI SPA VIA BAIONA 107
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054460051
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
ENI SPA VIA BAIONA 232
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544451391
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
ENI SPA VIA LACCHINI PRIMO 101
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054444401
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
ENI SPA VIA MANZONI ALESSANDRO 601
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054449331
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
ENI SPA VIA TRIESTE 290
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544293111
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
ENI SPA VIA ROMEA SUD 119
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054465102
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
HALLIBURTON ITALIANA SPA VIA DEL MARCHESATO 25
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544537811
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
HYDRO DRILLING INTERNATIONAL S.P.A. VIA TRIESTE 206
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544424011
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
M – I ITALIANA S.P.A. VIA ROMEA NORD 158
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544454661
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VIA RAVA LUIGI 4
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054432214
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VIA SANTI FERDINANDO 1
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544684041
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VLE RANDI VINCENZO 44
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544400453
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
SOND POZZI S.N.C. DI LOMBARDINI UGO E C. VIA SALENTINA 5
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544560405
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Categoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI RAVENNA
Subcategoria: SERVIZIO TRIVELLAZIONI E SONDAGGI
Maria Rita D’Orsogna, scrive che in Emilia Romagna siano attivi 514 pozzi, 69 dei quali non produttivi e destinati ad "altro uso". Fra questi, almeno 7 sarebbero di reiniezione. Eccoli:
1. Angelina 001 concessione Ravenna Mare (Ravenna) ENI;
3.Cavone 14 concessione Mirandola (Modena) Padania Energia;
9.Cortemaggiore 038 concessione Cortemaggiore (Piacenza)ENI;
23.Cortemaggiore 134 dir concessione Cortemaggiore (Piacenza)ENI;
29.Minerbio 021 concessione Minerbio (Bologna)ENI-Agip;
63.Spilamberto 009 concessione Spilamberto (Bologna-Modena) Padana Energia;
65.Tresigallo 007 concessione Tresigallo (Ferrara)ENI
La Procura di Modena, con gli accertamenti avviati dal pm Lucia Musti, sta indagando sul fenomeno del "Fracking". Il prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli e direttore del Dipartimento di Scienza del Territorio, ritiene opportuni approfondimenti "sull’incidenza che possano avere le reiniezioni di fluidi in pressione nelle rocce serbatoio ad alcuni chilometri di profondità in corrispondenza di faglie attive: equivale al ruolo che può avere una mosca che si appoggi su un edificio pericolante oppure all’impatto che può derivare da un elicottero che atterri sullo stesso edificio pericolante? Tali considerazioni vanno fatte con l’apporto di studi scientifici indipendenti e qualificati". Sempre al riguardo, non sono valse a nulla le perplessità espresse dall’Assessore Provinciale all’Ambiente Alberto Caldana (PD), interpellato da Stefano Lugli (Fed) sulle attività condotte dall’INGV e sul progetto di ricerca per idrocarburi della multinazionale americana Forest Oil-Cmi SpA. Caldana, dimessosi poi per altre vicende,, esprimeva appunto perplessità per "un evidente assalto al territorio di Finale Emilia e della bassa finalese".
Il pm Manuela Fasolato, del Tribunale di Rovigo, ha chiesto il sequestro preventivo dei pozzi di estrazione (n. 482/2012 NR RG Richiesta di Sequestro Preventivo artt.321 cpp, 104 D. Lv. 271/89).
Come se non bastasse, il governo ha accordato i permessi alla European Gas Limited, una società australiana, per l'estrazione di Coal Bed Methane e Shale Gas, con fracking, presso la Regione Toscana, e più precisamente fra le province di Siena e Grosseto.
Di fronte a questa preoccupante situazione, non sarebbe doveroso che un autentico consesso democratico fornisse le ragioni motivanti l'imposizione del segreto di stato riguardo un terremoto che, secondo taluno, sarebbe niente meno che “inventato”? Non è che, a questo punto, risulti “inventato” anche il terremoto che in questi giorni sta colpendo l'Emilia?
Pubblicato da Piero Tucceri il Gio, 14/06/2012 - 15:07
Dall'inizio del 2012, si sono verificati in Italia più di 600 eventi tellurici, molti dei quali hanno interessato il nord del Paese.
Il terremoto che in questi giorni sta flagellando l'Emilia, potrebbe non dipendere dal solo ricorso di fenomeni naturali, e configurarsi nell'ambito del cosiddetto “Progetto Fracking”. Non a caso, l'area geografica di riferimento, è la stessa nella quale la compagnia texana “Shale gas” procede ormai da anni alla regolare trivellazione del suolo per l'estrazione di gas: sembra infatti che, almeno da nove anni, siano stati approntati ben otto pozzi attivi nella zona compresa fra Modena e Ferrara, i quali potrebbero aver modificato l'assetto geologico del territorio.
Il “fracking” è una metodica estrattiva messa a punto dal gruppo Halliburton, di proprietà di Dick Cheney, petroliere ed ex vice presidente americano, per l'estrazione del gas dalla roccia porosa, la quale è una struttura permeabile costituita da microcavità suscettibili di essere attraversate dall'acqua e da altri fluidi. Attraverso questa operazione di “fratturazione idraulica”, si sfrutta la pressione di un fluido per creare e propagare la frattura di uno strato roccioso, nell'intento di recuperare il petrolio o il gas contenuto nel giacimento. I “pozzi di reiniezione”, di conseguenza prodotti, hanno una profondità media di tre chilometri. In essi vengono stipate le acque tossiche prodotte dal “frackling”. Capita così che talvolta queste acque e i gas con esse sprigionatisi, infiltrino le falde acquifere per poi uscire dai rubinetti delle nostre case.
Steve Horton, sismologo dell'Università di Memphis, ritiene, come riporta anche il sito “No all'Italia Petrolizzata”, che il 90% dei terremoti verificatisi dal 2009 a oggi, si siano prodotti nel raggio di 6 Km dai pozzi dismessi dopo queste ricerche e ridotti a contenitori delle acque reflue, sature di sostanze tossiche, previamente iniettate nel suolo ad alta pressione.
Giova ricordare in proposito che le trivellazioni del “Programma Fracking” furono a suo tempo autorizzate dal Ministro Paolo Romani, e che attualmente lo sono dal Ministero dello Sviluppo Economico, il cui sottosegretario Stefano Saglia ha dichiarato che lo “Shale gas” costituisca “una nuova strada per l'approvvigionamento energetico in un momento particolarmente delicato a livello globale”.
A rendere ancora più preoccupante la situazione, interviene la notizia secondo la quale il governo italiano avrebbe addirittura imposto il “segreto di Stato” sul terremoto di nove gradi di intensità della scala Mercalli che il 13 dicembre del 1990 interessò Santa Lucia, nei pressi di Augusta, in Sicilia. Appare a dir poco emblematica al riguardo la dichiarazione rilasciata dal senatore Michele Forte, secondo il quale, nella fattispecie, si tratterebbe niente meno che di un “terremoto inventato”.
Come mai il governo non ha nulla da dire sui siti di reiniezione e sulle pressioni da essi esercitate sulle limitrofe faglie, tenuto conto del fatto che alcuni di essi (Mirandola, Spilamberto e Minerbio) siano prossimi all'epicentro del terremoto, e dal momento che negli USA, stando a quanto riferito dall'USGS, i siti di reiniezione ad alta pressione abbiano sicuramente indotto terremoti?
Uno studio commissionato dai petrolieri della Sclumberger, e condotto da scienziati russi, rileva che le trivellazioni abbiano scatenato terremoti del 7° della scala Richter in alcune zone desertiche dell'Uzbekistan. Ecco infatti cosa scrivono in proposito V. Adushkin, V. Rodionov, S. Turuntaev, dell’Istituto della Dinamica della Geosfera della Accademia Russa di Scienza: "Few will deny that there is a relationship between hydrocarbon recovery and seismic activity, but exactly how strong a relationship exists has yet to be determined. They caution that in regions where tectonic activity is already high, extracting oil and natural gas could trigger strong quakes".
Inoltre, nel 2006, M. Haring, trivellando alcune aree svizzere segnatamente alla realizzazione di un pozzo geotermico, ha provocato uno sciame sismico di 30 terremoti con un massimo di 3,4 della scala Richter.
Questo è l'elenco delle ditte effettuanti le trivellazioni nelle zone terremotate:
ENI SPA VIA BAIONA 107
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054460051
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ENI SPA VIA BAIONA 232
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544451391
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ENI SPA VIA LACCHINI PRIMO 101
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054444401
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ENI SPA VIA MANZONI ALESSANDRO 601
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 054449331
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Tel. 0544293111
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ENI SPA VIA ROMEA SUD 119
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Tel. 054465102
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HALLIBURTON ITALIANA SPA VIA DEL MARCHESATO 25
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544537811
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HYDRO DRILLING INTERNATIONAL S.P.A. VIA TRIESTE 206
48100 – RAVENNA (RA)
Tel. 0544424011
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M – I ITALIANA S.P.A. VIA ROMEA NORD 158
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SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VIA RAVA LUIGI 4
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Tel. 054432214
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SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VIA SANTI FERDINANDO 1
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Tel. 0544684041
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SCHLUMBERGER ITALIANA S P A VLE RANDI VINCENZO 44
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Maria Rita D’Orsogna, scrive che in Emilia Romagna siano attivi 514 pozzi, 69 dei quali non produttivi e destinati ad "altro uso". Fra questi, almeno 7 sarebbero di reiniezione. Eccoli:
1. Angelina 001 concessione Ravenna Mare (Ravenna) ENI;
3.Cavone 14 concessione Mirandola (Modena) Padania Energia;
9.Cortemaggiore 038 concessione Cortemaggiore (Piacenza)ENI;
23.Cortemaggiore 134 dir concessione Cortemaggiore (Piacenza)ENI;
29.Minerbio 021 concessione Minerbio (Bologna)ENI-Agip;
63.Spilamberto 009 concessione Spilamberto (Bologna-Modena) Padana Energia;
65.Tresigallo 007 concessione Tresigallo (Ferrara)ENI
La Procura di Modena, con gli accertamenti avviati dal pm Lucia Musti, sta indagando sul fenomeno del "Fracking". Il prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli e direttore del Dipartimento di Scienza del Territorio, ritiene opportuni approfondimenti "sull’incidenza che possano avere le reiniezioni di fluidi in pressione nelle rocce serbatoio ad alcuni chilometri di profondità in corrispondenza di faglie attive: equivale al ruolo che può avere una mosca che si appoggi su un edificio pericolante oppure all’impatto che può derivare da un elicottero che atterri sullo stesso edificio pericolante? Tali considerazioni vanno fatte con l’apporto di studi scientifici indipendenti e qualificati". Sempre al riguardo, non sono valse a nulla le perplessità espresse dall’Assessore Provinciale all’Ambiente Alberto Caldana (PD), interpellato da Stefano Lugli (Fed) sulle attività condotte dall’INGV e sul progetto di ricerca per idrocarburi della multinazionale americana Forest Oil-Cmi SpA. Caldana, dimessosi poi per altre vicende,, esprimeva appunto perplessità per "un evidente assalto al territorio di Finale Emilia e della bassa finalese".
Il pm Manuela Fasolato, del Tribunale di Rovigo, ha chiesto il sequestro preventivo dei pozzi di estrazione (n. 482/2012 NR RG Richiesta di Sequestro Preventivo artt.321 cpp, 104 D. Lv. 271/89).
Come se non bastasse, il governo ha accordato i permessi alla European Gas Limited, una società australiana, per l'estrazione di Coal Bed Methane e Shale Gas, con fracking, presso la Regione Toscana, e più precisamente fra le province di Siena e Grosseto.
Di fronte a questa preoccupante situazione, non sarebbe doveroso che un autentico consesso democratico fornisse le ragioni motivanti l'imposizione del segreto di stato riguardo un terremoto che, secondo taluno, sarebbe niente meno che “inventato”? Non è che, a questo punto, risulti “inventato” anche il terremoto che in questi giorni sta colpendo l'Emilia?
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